Everything in America is big.

Ce l’ho fatta, il mio cervello ha più o meno agganciato il fuso orario italiano, capito che la lingua di  default è ITA e soprattutto il mio stomaco ha incamerato un quantitativo sufficiente di verdure.

Ecco, dedicherei il post all’alimentazione americana.. anche perchè ogni volta che torno dagli USA la domanda più frequente (quest’anno però battuta da: “Ma hai visto Orazio di CSI?”) è sempre:
“ma è vero che la si mangia da schifo?”.


Anzitutto rispondo a tutti gli interessati che NO, NON SIETE COSTRETTI A INGRASSARE se vi fate le vacanze americane.. ci sono delle alternative al junk food (vedete più sotto) ed esistono sempre e comunque i reparti frutta-verdura nei supermercati, oltre che le groceries (tipo i nostri negozietti di alimentari).

E poi..
Sarei un’ipocrita se vi dicessi che quelle opere d’arte, servite con croccanti patatine, insalata, pomodoro, pickle (il cetriolo sott’olio) ed altri chimicissimi e caloricissimi ingredienti, non mi provocano ogni volta un orgasmo culinario.. E già che ci sono, rispondo anche alla seconda domanda in graduatoria: non è che la ci sia solo Mc Donald. Mc Donald è il minimo e, comparato all’hamburger di cui sopra, mi risulta parecchio scialbo e insoddisfacente, loooooser.

Ma dicevamo: l’hamberger vero e proprio ha la fettazza di carne trita (in alternativa, per far felici proprio tutti, si trova sempre anche la fetta di pollo e l’hamburger vegetariano, composto da lenticchie o tofu) e viene servito aperto con la fogliolona di insalata, la fetta di pomodoro, di cipolla ed il pickle, cioè il cetriolo sott’olio (e notare che scrivo cetriolo, non cetriolino…). Seguono poi le varianti col formaggio giallo (il Cheddar), il bacon.. e chi più ne ha ne metta, fino a giungere a questa meraviglia pro-infarto:

“Hateful Burger”, lo potete mangiare a Gardiner (Montana) presso Steve’s Corral drive-In

Ah, ovviamente vi verrà chiesto che tipo di cottura: RARE, MEDIUM e WELL DONE. Io vi consiglio rare, anche se avete uno stomaco come il mio che impiegherà una settimana a digerire: è un’esperienza che le vostre papille gustative hanno sicuramente bisogno di conoscere (le coronarie ne farebbero volentieri a meno, ma una volta in tutta la vita ci può stare, no?).

Hamburger a parte, ci sono molti fast food di stampo messicano/sudamericano in cui la fanno da padrona burritos, tortillas e nachos. Non so dirvi cosa sia peggio per la vostra salute, di sicuro anche un mese di quel cibo ed il vostro corpo avrà più solo sangue per lo stomaco; se schifate anche questo tipo di cucina c’è sempre l’intramontabile chinese-food, cucina vietnamita, sushi bar, indiano… e, udite udite, anche vegetariano/vegano (eh si, la filosofia del “vivere senza carne” ha preso piede anche nel paese che meno stima la verdura :)). 
In ogni caso anche i fast food, oltre che i ristoranti, hanno delle insalate. Ipercaloriche, perchè condite con salse e contenenti ingredienti non proprio low-fat ma tranquilli: una nizzarda la si trova quasi sempre. Ricordatevi però di specificare no-dressing o di richiedere quello più leggero possibile (ho visto che anche li hanno le bustine di solo olio o olio e aceto). 
Ah, capitolo a parte per i ristoranti italiani.
I ristoranti italiani sono italiani quanto i sushi bar da noi sono dei veri sushi bar gestiti da giapponesi. Se volete provare l’ebbrezza di mangiare i “maccaroni & cheese” come contorno (avete letto bene, la pasta  è considerata anche come un contorno), la pizza tipo quella della bo-frost, pane unto e aglioso e le celebri “Fettuccine Alfredo” (cioè burro e parmigiano, a cui, a seconda del ristorante, aggiungono altri ingredienti; sono davvero di origine Italiana ma sconosciute in patria e celeberrime negli USA) fatelo. Sarà un’esperienza carina da raccontare agli amici, insieme a quella di cosa avete visto mangiare a colazione.
In alternativa, munitevi di guida (quelle della Lonely Planet non mi hanno mai delusa!) o informatevi prima di partire e preparatevi a sborsare un po’ di verdoni per una cena true-italian-style
Ricordatevi comunque, ogni volta che ordinerete un piatto, che siete in America. E come disse Auguste Bartholdi:
“Everything in America is big.. even the Peas”.*
(*Risposta datami dalla cameriera quando dissi che non ero a dieta, avanzavo metà insalata perchè per gli italiani le loro porzioni sono decisamente..big!).

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.

2 Risposte a “Everything in America is big.”

  1. Un OMG per la risposta della cameriera..anche io sono stata alcune volte negli States, e ho adorato in particolare la Florida, ma non solo. Anche io amo viaggiare e sono creativa, esprimendolo nella scrittura. Anche io ho dei blogs: uno di cinematherapy homemade ed uno di avventure di viaggio. Forse il tuo blog mi piace, forse tu come blogger mi piaci, forse abbiamo delle cose in comune, forse anche a te piacerebbero i miei blogs, forse mi verrai a trovare e ricambierai iscrizione e commenti.

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